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Crollo palazzine di Amatrice durante terremoto, confermate in appello 2 condanne. Avvocato: "Storico"

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Contenuto originale di Il Giornale d'Italia
La Corte d'Assise di Appello di Roma ha confermato due condanne di primo grado per il crollo die due palazzine durante il terremoto di Amatrice del 2016. I giudici hanno ritenuto che le case non fossero state costruite a norma di legge.
Crollo palazzine Amatrice, conferma condanne
Il terremoto che ha sconvolto Amatrice nel 2016 è ancora vivo nella memoria di molti. Per alcuni, però, la vicenda non è conclusa perché sono ancora sfollati o ritengono di non aver ancora ricevuto giustizia adeguata. Un caso che si avvicina alla chiusura, invece, è quello che coinvolge Ottaviano Boni, all'epoca direttore tecnico dell'impresa costruttrice Sogeap e Maurizio Scacchi, geometra della Regione Lazio.
Ha dichiarato, inoltre, il non luogo a procedere per motivi di salute per la posizione di Luigi Serafini. Nel processo erano imputate anche altre due persone nel frattempo decedute: l'ex assessore Corrado Tilesi e l'ex presidente dell'Iacp Franco Aleandri.
In aula c'erano i parenti delle 19 vittime della tragedia. L'avvocato Wania della Vigna ha dichiarato che "è stata scritta una pagina di giustizia e di verità da parte della Corte di Appello di Roma per tutti i familiari delle vittime che hanno compreso che la morte dei loro cari non deriva da un terremoto eccezionale, il terremoto non è stata espressione di una natura matrigna ma ci sono precise concause umane".
"Le palazzine ex Ater, popolari, erano connotate da attività illecita fin dal momento della loro costruzione, quando non fu rispettata la normativa antisismica dell'epoca, nel momento in cui mancarono le verifiche, i controlli. Hanno cercato di mettere a posto le carte, senza preoccuparsi della salvaguardia di chi ci viveva. Sono morte tante persone, famiglie completamente sterminate, però oggi sanno che cosa è accaduto", ha concluso.


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