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Abu al-Walid, lui re dei mujaheddin

#13Marzo  #Storia  #guerriglia  #separatisti 

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Basaev viene ricordato come una sorta di antieroe popolare nella nazione cecena, sebbene il suo nome sia oggi oggetto di tabù, Khattab come una sorte di Che Guevara musulmano, e Abu al-Walid come un combattente tanto valoroso quanto antimediatico.
Discreto, enigmatico, restio alle telecamere, al-Walid fu la spalla di Basaev e l’erede di Khattab. Uno dei tanti mujāhidīn arabi giunti nel Caucaso settentrionale durante i primi anni Novanta, in concomitanza con lo scoppio della prima guerra cecena, di lui si scoprì la vera identità soltanto nel 2002 e a lungo, data la sua riluttanza a comparire in pubblico, si dubitò della sua esistenza.
Al-Walid nasce nel 1967 ad al-Hal, un minuscolo villaggio saudita, e viene registrato all’anagrafe come Abd Al-Aziz Bin Ali Bin Said Al Said Al-Ghamdi. Figlio dell’imam del villaggio, cresciuto insieme a dieci fratelli, al-Walid sarebbe stato pio e devoto sin dall’infanzia. La moschea il suo luogo preferito. Il Corano il libro letto e riletto più volte, sino alla memorizzazione di ogni sura.
Nel 1986, dopo una vita interamente vissuta ad al-Hal, il giovane chiede il permesso ai genitori di poter andare all’estero. La sua non è una richiesta fatta per esigenze di studio o di lavoro. La sua è una richiesta particolare: vuole recarsi in Afghanistan, dove molti suoi amici sono partiti, per partecipare al Jihād contro l’esercito sovietico. Permesso accordato, al-Walid parte lo stesso anno.
Integrarsi nel tessuto afgano non sarebbe stato difficile. Al-Walid era solo uno dei tanti combattenti volontari di origine araba che, spinti dal richiamo del Jihād lanciato dai muezzini di tutto il Medio Oriente, avevano deciso di trasferirsi nel Paese. Addestrato alla guerra irregolare nei campi del Parapamiso di Maktab Khadamāt al-Mujāhidīn al-‘Arab, l’organizzazione precorritrice di Al-Qāʿida, al-Walid sarebbe rimasto in Afghanistan fino alla ritirata dell’invasore. Ma la vita non aveva in serbo per lui, dopo quell’esperienza, il ritorno a casa.


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