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Oro: quanto fa male al pianeta l'estrazione?

#05Marzo  #Scienza  #Ambiente 

Contenuto originale di Wired Italia
L’estrazione dell’oro è piuttosto dannosa per l’ambiente: si stima che da sola sia la causa del 38% di tutte le emissioni di mercurio negli ecosistemi. E questo mercurio, dagli ecosistemi, per via delle sue caratteristiche chimiche entra facilmente nella catena alimentare umana. Parlando invece di emissioni atmosferiche (che come sappiamo sono anche la principale causa del riscaldamento globale) su base annua l’estrazione dell’oro emette più gas serra di tutti i voli passeggeri di tutti gli stati europei messi insieme. Questo dato peraltro riguarda solo l’estrazione, non la lavorazione dell’oro, altrimenti sarebbe ben peggiore.
L’oro si estrae, necessariamente, arrecando danni all’ambiente. Innanzitutto perché servono grandi quantità d’acqua, che verrà necessariamente contaminata dalle sostanze chimiche utilizzate nel processo di estrazione, ma anche per via della deforestazione. I Paesi che esportano la maggior parte dell’oro sono la Cina, la Russia, l’Australia, gli Stati Uniti, il Canada e il Messico. In tutti, con la sola parziale eccezione dell’Australia, all’apertura delle miniere corrispondono grandi operazioni di deforestazione. In certi casi, come avviene in Brasile e in Perù, si è visto che le miniere d’oro causano danni irreparabili a ecosistemi particolarmente fragili come quello della foresta amazzonica.
Purtroppo non è possibile avere dati precisi e affidabili sui danni ambientali causati dall’estrazione dell’oro. Questo per due ragioni: perché molto dell’oro esportato ogni anno non viene estratto da entità statali, ma da organizzazioni paramilitari non statali e da cartelli criminali, che soprattutto in Africa e in America del sud utilizzano l’estrazione illegale di materie prime per il proprio finanziamento. La seconda ragione è che grandi esportatori come Colombia, Uzbekistan e Sudafrica non forniscono dati né assicurano trasparenza sulle estrazioni che avvengono sul proprio territorio. I dati sull’inquinamento dovuto all’oro vengono, quindi, da pubblicazioni e studi prodotti da università e organizzazioni non governative. Il Wwf, per esempio, ha pubblicato un approfondito studio secondo cui fino al 70% dell’oro estratto nel mondo verrebbe poi raffinato in Svizzera, ma di questo stesso oro spesso non si possa accertare né la provenienza né i metodi utilizzati per la sua estrazione.
La mancanza di tracciabilità dell’oro non è un problema soltanto ambientale, ma anche sociale: rende impossibile sapere se per estrarre l’oro si siano danneggiate aree naturali protette, per esempio, ma allo stesso tempo rende altrettanto impossibile escludere che nelle miniere abbiano lavorato minori. Come spesso accade, insomma, la protezione ambientale va a braccetto con quella dei diritti umani.


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