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Guerra in Ucraina, quali sono e come si diffondono le (tante) fake news della propaganda russa

#02Marzo  #NewsAttualità  #Ucraina  #Guerra  #Fakenews 

Contenuto originale di Vanity Fair Italia
A un anno dall’invasione russa dell’Ucraina e, quindi, dallo scoppio della guerra, sono state diffuse ben 105 fake news da 358 siti che pubblicano disinformazione sul conflitto. È la conclusione dell’ultimo report del Centro di monitoraggio della disinformazione sul conflitto Russia-Ucraina di NewsGuard.
Quasi un terzo di questi siti di disinformazione continua a guadagnare dalla pubblicità programmatica, in molti casi posizionata per conto di marchi importanti, che spesso non hanno idea che i loro annunci finiscano su certi portali. Per questo, spiega Lorenzo Brufani, founder e Ceo di Competence, «risulta fondamentale, in tempo di guerra, ma anche in tempo di pace, sviluppare piani di visibilità del brand che mettano la reputazione al centro. Senza contare l’importanza di attivare servizi di monitoraggio e ascolto affinché, in caso di attacco, si possa intervenire in maniera repentina a difendere il proprio marchio».
I cavalli di battaglia della propaganda russa
La maggior parte delle fake news che circolano online negano le atrocità e gli abusi che sarebbero stati compiuti dalla Russia in Ucraina, colpevolizzano gli ucraini stessi o ingigantiscono i successi militari della Russia. Gli analisti hanno rintracciato più di 250 caricamenti di documentari sulla guerra prodotti da RT (testata russa, principale veicolo della propaganda del Cremlino), e diffusi da più di 100 canali YouTube.
Tra le affermazioni false diffuse da questi film vi sono la teoria secondo cui le autorità ucraine avrebbero commesso un «genocidio» dei russofoni nel Donbass e l’affermazione secondo cui il «nazismo» sarebbe prevalente nella politica e nella società ucraine.
«La tempestività e un approccio sensazionalista alle notizie stanno mettendo in secondo piano la verifica delle fonti e gli approfondimenti sul campo», continua Brufani. «Oggi conta purtroppo sempre di più il traffico generato on line da un pubblico che non legge più ma che si limita a “vedere” le notizie, soffermandosi sul titolo ad effetto o su una foto o un video impattante. Così facendo la propaganda ha campo fertile e clamorosamente la over connessione sui social finisce per creare delle bolle di sconnessione soprattutto sulle nuove generazioni. Sono le notizie a trovare noi e si sta perdendo la capacità di analisi e di confrontare e rispettare posizioni diverse».
Dove circola la propaganda
Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina il 24 febbraio 2022, il sito di documentari di RT, RTD.RT.com, ha pubblicato 50 film che diffondono disinformazione sulla guerra, circa uno alla settimana. Questi documentari sono disponibili gratuitamente sul sito di RTD e, secondo quanto rilevato da NewsGuard, circolano su YouTube in russo e inglese (e alcuni anche in francese e spagnolo).
Nel marzo 2022, YouTube aveva messo al bando i media finanziati dallo Stato russo dalla sua piattaforma a livello globale, procedendo al blocco dei canali appartenenti a RT. Nonostante questo, però, NewsGuard ha trovato più di 250 caricamenti di documentari di RT sulla guerra in Ucraina su più di 100 canali YouTube, con oltre mezzo milione di visualizzazioni complessivamente.
Diversi di questi «documentari» sfruttano altri noti cavalli di battaglia della propaganda del Cremlino, come l’idea che le sanzioni alla Russia sarebbero il risultato della «russofobia» occidentale, e che tali misure avrebbero avuto un impatto minimo sulla Russia ed effetti devastanti sulle economie europee.


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