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Inail: “Così il nostro centro protesi è diventato un’eccellenza”

#28Febbraio  #Culturaesocietàdigitali  #TuttosuInail 

Contenuto originale di Agenda Digitale
Il Centro Protesi Inail, nell’ambito del proprio mandato istituzionale, svolge una significativa attività di ricerca scientifica, di sviluppo tecnologico e di sperimentazione clinica nel campo della protesica e della riabilitazione, nonché un importante ruolo nell’ambito dell’applicazione e dell’addestramento all’uso di protesi e di presidi ortopedici, non solo per gli invalidi del lavoro ma anche per gli invalidi assistiti dalle unità sanitarie locali.
Vediamo come il centro è arrivato a essere quello che è oggi e quali sono le principali linee di ricerca.
La nascita dell’officina ortopedica Inail
L’Officina ortopedica dell’INAIL – Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro – inaugurata ufficialmente nel 1961, viene affidata, sulla base della sua esperienza e competenza professionale, al Professor Johannes Schmidl, che ne rimarrà il Direttore tecnico fino al 1992. Nel 1963 il Prof. Schmidl coordina un gruppo di ricerca per lo sviluppo della prima protesi mioelettrica, denominata “Inail-CECA”. Per questo progetto, tre anni più tardi, gli viene conferito il “Bell Grave Memorial”, quale riconoscimento, per lui e per il Centro Protesi, del contributo dato alla ricerca protesica.
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Negli anni settanta l’Inail donò il brevetto della protesi mioelettrica all’Organizzazione Mondiale della Sanità, in quel periodo l’Officina ortopedica, inizialmente destinata a fini sperimentali, di studio e di ricerca nel campo delle protesi e delle ortesi, acquista un’importanza preminente, sia attraverso la realizzazione di protesi sempre più moderne e specializzate, sia per il progressivo incremento della produzione, legato alle esigenze degli infortunati assistiti dalle Unità territoriali.
Nel tempo all’Istituto viene richiesto di mettere a disposizione di tutta la collettività, il know how del Centro Protesi, accogliendo anche gli invalidi civili fu così che l‘officina ortopedica di Vigorso di Budrio, assume la denominazione di “Centro per la sperimentazione ed applicazione di protesi e presidi ortopedici per gli infortuni sul lavoro” con l’emanazione del Decreto del Presidente della Repubblica n.782 del 18 luglio 1984.
L’assistenza protesica e riabilitazione
L’assistenza protesica e riabilitazione è una delle attività che Inail ha strutturato in modo ben organizzato su tutto il territorio nazionale, infatti, oltre al Centro Protesi di Vigorso di Budrio e le due filiali di Roma e Lamezia Terme, vi sono i così detti i Punti di assistenza territoriali dislocati al nord, centro e sud d’Italia ed il Centro di Riabilitazione Motoria di Volterra. Il paziente viene seguito con un approccio globale bio-psico-sociale che nell’ambito del progetto protesico-riabilitativo, integra aspetti tecnici, sanitari, psicologici e sociali, al fine di facilitare il reinserimento sociale della persona.
Per pianificare le attività di ricerca legate al miglioramento tecnologico protesico e riabilitativo l’Istituto si avvale di un programma di ricerca che nell’ultimo 2019-2022 vede sviluppare un totale di diciannove progetti per un importo complessivo di 30.000.000 euro; in esso convergono armonicamente, tutte le attività di ricerca facenti capo alle diverse strutture organiche alla Direzione centrale assistenza protesica e riabilitazione.
Il forte incremento della numerosità dei progetti, che si registrano in quest’ultimo programma di ricerca è dovuto prevalentemente all’espansione della rete dei partner e dei subpartner della ricerca con i quali Inail si confronta costantemente coinvolgendo le eccellenze su tutto il territorio nazionale e internazionale.
Il Piano triennale della Ricerca in ambito protesico
In ragione del loro focus principale, i progetti sono raggruppati in cinque linee di ricerca: Riabilitazione Robotica; Protesica di Arto Inferiore; Protesica di Arto Superiore; Chirurgia e Riabilitazione; Sistemi di Valutazione e ognuno di essi viene realizzato in collaborazione con istituti di ricerca e università di alto profilo scientifico e tecnologico.
Ricerca sulla riabilitazione robotica
Il settore della riabilitazione robot-assistita è in grande espansione a livello mondiale, sia sul piano della ricerca sia su quello di mercato. Ciò è dettato da una molteplicità di fattori, primo fra tutti la sostenibilità dei sistemi nazionali di cura e riabilitazione, che si trovano a dover affrontare un notevole incremento dei servizi occorrenti ai cittadini. La riabilitazione robot-assistita fornisce prospettive per fronteggiare tale situazione, sfruttando sistemi più efficienti ma anche paradigmi di trattamento innovativi che hanno il potenziale di ridurre i tempi di recupero post-infortunio e migliorare gli outcome. Su questa linea di ricerca sono stati elaborati cinque progetti che affrontano la tematica della riabilitazione robotica rispetto ai distretti sia di arto inferiore sia superiore. I 3 progetti TwinMED, RoboGYM e Habilis++, in ragione dei risultati raggiunti nel precedente programma si propongono di proseguire con le attività di sviluppo, da un lato consolidando la tecnologia già realizzata, e quindi perseguendo un incremento del TRL dei dispositivi, dall’altro di espandere le funzionalità dei dispositivi stessi, fornendo nuove prospettive di trattamento riabilitativo. I progetti BioARM e FESleg aprono invece a nuove opportunità di ricerca e di sviluppo tecnologico, con potenziali ricadute che escono dall’ambito più strettamente clinico per calarsi verso dispositivi per uso personale a scopo assistivo, laddove i trattamenti riabilitativi non abbiano determinato una restitutio ad integrum.
La protesica di arto inferiore affronta problematiche di minore complessità rispetto a quella di arto superiore ma una più attenta analisi fa emergere fattori che occorre attentamente considerare: le attività dell’arto inferiore sono numericamente ridotte e facilmente modellabili ma le protesi d’arto inferiore hanno un impatto decisivo sull’autonomia, lo stile e la qualità di vita, ed è per questo motivo che, mentre molti amputati monolaterali di arto superiore scelgono soluzioni protesiche estetiche non funzionali, o addirittura di non portare alcuna protesi, ciò non vale per gli amputati di arto inferiore, sia mono che bilaterali, i quali si affidano sistematicamente alla protesi nella quotidianità.
Ricerca sulla protesica di arto superiore
La linea di ricerca sulla protesica di arto superiore muove storicamente dalla volontà di ricreare artificialmente funzionalità, a elevatissimo ordine di complessità, andate perdute con l’amputazione. Gli arti superiori sono infatti strumenti di azione e relazione, e per tale motivo i modelli di riferimento risultano o estremamente complessi, e quindi difficilmente realizzabili, o troppo semplici, e quindi con scarse funzionalità. Ciò nonostante, le attività di ricerca svolte hanno condotto alla realizzazione di dispositivi protesici di assoluta rilevanza, col potenziale di restituire agli amputati molte delle funzionalità perdute.
A maggior ragione per l’arto superiore, rispetto a quello inferiore, occorre che la ricerca profonda il massimo sforzo nel trovare sistemi adeguati e affidabili di controllo e di feedback sensoriale, che nascondano ai pazienti la complessità dei sistemi robotici sottostanti e non richiedano loro eccessivi sforzi cognitivi, spesso causa di abbandono delle protesi. Su questo filone insistono quindi i progetti iHannes, che si focalizza sul controllo e i sistemi di feedback, da integrare nel sistema protesico Hannes, e WiFi-MyoHand, che prosegue le attività sulle interfacce neurali invasive con trasmissione wireless, al fine di incrementare il TRL di quanto già sviluppato. Un’ulteriore opportunità di ricerca e sviluppo in seno alla linea sono le tecnologie di stampa 3D, la cui rapida evoluzione oggi consente di considerare attrezzature di produzione, e non solo di prototipazione, tanto più nella realizzazione di dispositivi custom. In tale contesto si sviluppano i progetti 3Daid e ADJOINT che si avvalgono della stampa 3D nella realizzazione di protesi e ortesi.
Ricerca su chirurgia e riabilitazione
L’innovazione delle tecniche chirurgiche e dei trattamenti riabilitativi è da considerarsi fondamentale quanto quelle relative agli strumenti e ai dispositivi. I trattamenti riabilitativi, considerati nel loro insieme, si compongono infatti di differenti fasi affidate prioritariamente, ma non esclusivamente, a diverse discipline sia tecniche sia sanitarie. Per massimizzare gli outcome, ridurre i tempi di inabilità e sperimentare nuove strade, è necessario che tali discipline condividano gli obiettivi, trovino un linguaggio comune e operino sinergicamente. Da questa visione nasce la presente linea di ricerca che con i progetti ReGiveMeFive, MoveToWork e OsteoCustom prosegue le attività già poste in essere, i cui esiti per i pazienti risultano di assoluto riguardo, aprendo nel contempo la strada a nuove interessanti applicazioni. I progetti MioPRO e BioSUP, pur nello stesso filone di progetti già in fase di sviluppo, si attestano come attività di ricerca di base proponendo un sostanziale cambiamento nell’approccio alle problematiche affrontate.
Ricerca sui sistemi di valutazione
La linea di ricerca sui sistemi di valutazione, pur comprendendo in questo programma un solo progetto, viene attivata nella consapevolezza che tale filone di ricerca sarà destinato a crescere nel tempo, in quanto il tema della valutazione degli outcome, teso a misurare numericamente, attraverso indici sintetici e significativi, grandezze la cui natura ne rende difficile la misura (i.e. destrezza, autonomia, carico cognitivo, etc.), è fondamentale per tutti i progetti, particolarmente nello svolgimento degli studi clinici. A tal proposito il progetto Rip@rto, muove i suoi passi a partire dalla pregressa esperienza maturata sui sistemi di valutazione, applicando gli stessi modelli ma in un contesto applicativo di impatto ancora maggiore sui servizi offerti ai pazienti del Centro Protesi Inail.
I contenuti dei singoli progetti
Una tabella espositiva consentirà di conoscere più chiaramente il contenuto di ogni singolo progetto di ricerca inserito nel programma della ricerca 2019-2022, gli investimenti ad essi dedicati, nonché i partner che hanno collaborato e i risultati raggiunti.
Si ringraziano la dott.ssa Simona Amadesi e l’Ing. Emanuele Gruppioni della Direzione Centrale Assistenza Protesica e Riabilitazione di INAIL
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