Parliamo di...

Renato Curcio indagato per l'omicidio del carabiniere Giovanni d'Alfonso. Lui replica: ''Estraneo ai fatti. Mi dicano da chi è stata uccisa mia moglie Mara Cagol''

#26Febbraio  #Cronaca 

Contenuto originale di Il Dolomiti RSS
Renato Curcio indagato per l'omicidio del carabiniere Giovanni d'Alfonso. Lui replica: ''Estraneo ai fatti. Mi dicano da chi è stata uccisa mia moglie Mara Cagol''
TORINO. "Ordinò con direttiva conflitto armato in caso blitz". Da qui parte l'accusa che vede l'ex leader delle Brigate Rosse Renato Curcio di nuovo iscritto in un registro degli indagati. La procura di Torino, infatti, sta lavorando a un'inchiesta sulla sparatoria che si è consumata il 5 giugno del 1975 nella cascina Spiotta, nell'Alessandrino, dove morì la moglie Mara Cagol e un appuntato dei carabinieri, Giovanni d'Alfonso.
Curcio, si legge nell'invito a comparire recapitato all'ex terrorista (poi sentito in procura il 20 febbraio scorso), "quale esponente apicale dell'associazione terroristica denominata Brigate Rosse, in concorso con altri appartenenti alla medesima organizzazione fra cui Cagol Mara (deceduta), Maraschi Massimo (già condannato per il medesimo fatto) ed altri, cagionava la morte di D'Alfonso Giovanni, appuntato dei Carabinieri intervenuto presso la cascina Spiotta in Arzello di Melazzo, nell'ambito delle ricerche attivate a seguito del sequestro di persona attuato dalle Brigate Rosse nei confronti di Vallarino Vittorio Gancia".
Le indagini sono state aperte dopo un esposto di Bruno d'Alfonso, figlio del carabiniere ucciso 48 anni fa durante la sparatoria. Una sparatoria che, secondo l'impianto accusatorio, sarebbe stata frutto anche della direttiva data dallo stesso Curcio contenuta in un testo intitolato 'Giornale delle Brigate Rosse Lotta armata per il comunismo''. Si contesta all'ex capo delle Br di "avere dato ai partecipanti all'azione la seguente direttiva: 'Se avvistate il nemico vi sganciate prima del suo arrivo, se venite colti di sorpresa ingaggiate un conflitto per rompere l'accerchiamento' (cfr Giornale delle Brigate Rosse Lotta Armata per il Comunismo rinvenuto in possesso dell'appartenente alle Brigate Rosse Miagostovich Giovanni Battista all'atto del suo arresto avvenuto in Milano il 20 ottobre 1975)".
Secondo la procura, infatti, è "in esecuzione della direttiva ricevuta e sopra indicata" che "al sopraggiungere della pattuglia dei Carabinieri composta da Ten. Rocca Umberto, M.llo Cattafi Rosario, app. D'Alfonso Giovanni ed app. Barberis Pietro, la predetta Cagol, Mara e un altro soggetto, a guardia dell'ostaggio, ingaggiavano un conflitto a fuoco contro i Carabinieri, lanciando alcune bombe a mano ed esplodendo numerosi colpi di armi da fuoco". A Curcio la procura attribuisce, ovviamente, un 'ruolo apicale' nelle Brigate Rosse e, quindi, di avere deciso e organizzato il sequestro dell'imprenditore piemontese Vittorio Vallarino Gancia, rinchiuso alla Cascina Spiotta dove il 5 giugno 1975 avvenne lo scontro a fuoco. Lui si è difeso spiegando che dopo essere evaso il 18 febbraio 1975 dal carcere di Casale Monferrato viveva nascosto e con pochissimi contatti con l'esterno e quindi ha negato il suo coinvolgimento nell'omicidio di D'Alfonso e ha, anzi, rilanciato chiedendo di chiarire chi ha ucciso sua moglie Mara Cagol che era stata colpita da un proiettile sotto l'ascella e quindi, per Curcio, mentre si era già arresa con le braccia alzate.
"Visto che vengo tirato in ballo per i fatti del 5 giugno 1975 alla cascina Spiotta di Arzello con l'intenzione di attribuirmi una qualche responsabilità in essi - è il testo della dichiarazione di Curcio - ho fatto presente ai magistrati che mi hanno interrogato, consegnando loro anche una memoria scritta, la mia totale estraneità sia alla decisione di effettuare il sequestro di Vallarino Gancia, sia a tutto ciò che lo ha riguardato"."Poiché sono comparse sulla stampa curiose ricostruzioni accusatorie - scrive - faccio anche presente che, come ho detto ai magistrati, a distanza di 47 anni non ho ancora saputo chi in quel giorno ha ucciso Margherita Cagol Curcio mentre era disarmata e con le braccia alzate, come ha inoppugnabilmente dimostrato l'autopsia".


RSS - Mastodon