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Sting a Sydney: vigore inaspettato e seduzione furtiva

#15Febbraio  #CultureMusic 

Contenuto originale di Sydney Morning Herald - Latest News
Con il suo debutto da solista nel 1985, apparentemente dall'oggi al domani era in qualche modo passato dall'essere uno dei frontmen più enigmatici in circolazione (nonostante fosse solo il terzo membro più figo della sua band, il trio rock volubile dei Police) a un fornitore compiaciuto e abbracciato agli alberi. di roccia relativamente tenera.
Sting ha chiamato questo tour in modo semplice ma istruttivo "My Songs" e, in uno dei più impressionanti flex di apertura che probabilmente vedrai, lui e la sua band si trasformano in un frizzante Message in a Bottle, seguito dalla passeggiata jazz di An inglese a New York, poi aggiungi una ciliegina sulla torta con il ritmo pop calypso di Every Little Thing She Does Is Magic.
Un inglese con il suo temporaneo sfondo newyorkese: Sting a Sydney. Attestazione: Wolter Peeters
Ci sono due canzoni dei Police, potresti notare, ma tali sono il fascino di Sting, lo spettacolo e la brillantezza costante, quasi ingannevole con una melodia, non ne suona un'altra da quella vita passata per forse 45 minuti e tu non lo fai nemmeno avviso.
Certo, praticamente ogni canzone suonata ha quella lucida lucentezza che potrebbe averti scoraggiato dalle versioni registrate spesso sovraprodotte, ma quelle allegre prendono vita sul palco con un vigore inaspettato e, il più delle volte, quelle pessimistiche seducono furtivamente.
Senti forse canzoni dimenticate come Desert Rose e ti chiedi come e quando si sono insinuate nella tua coscienza. Oppure sorridi al folle tempo in chiave di Seven Days. Anche quando noti che Heavy Cloud No Rain, con il suo blues leggero, non darà a Gary Clark jnr notti insonni, arriva un potente cameo di un cantante di supporto per concludere in bellezza.


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