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Ok lo stipendio è giusto! Oppure no? Gender gap, perché il 2023 dovrà essere l’anno della svolta

#11Febbraio  #UnstoppableWomen  #coverstory  #gendergap 

Contenuto originale di Startupitalia
Le donne rappresentano solo il 18% delle posizioni apicali nelle imprese, percentuale che si riduce al 3% se si considerano i CEO delle aziende quotate. Il divario occupazionale ha una traduzione anche a livello retributivo: gli uomini percepiscono, a parità di mansione, una retribuzione del 12,5% più alta rispetto a quella delle donne. Questi sono alcuni dei dati forniti dall’Osservatorio JobPricing, area studi e ricerche di JobPricing, che ha l’obiettivo di rendere trasparente il mondo delle retribuzioni, e che si propone come punto di riferimento per lo studio del mercato del lavoro e delle dinamiche retributive.
“Il progetto OK, lo stipendio è giusto! è nato da una domanda comune: quante sono le donne occupate nel settore STEM? Quali sono le loro retribuzioni rispetto al mercato? Cosa possiamo fare noi per aiutare a ridurre il gap?”
JobPricing, insieme alla Fondazione Marco Biagi ha dato vita alla start-up universitaria IDEM, con l’obiettivo di accompagnare le imprese al raggiungimento della gender equality, offrendo loro strumenti di misurazione e diagnostica del fenomeno. IDEM e SheTech, ente no-profit che si pone l’obiettivo di colmare il gender gap nel mondo della tecnologia, del digitale e dell’imprenditoria, attraverso attività di formazione e networking, hanno avviato da tempo diverse collaborazioni con l’obiettivo di divulgare e formare donne e uomini in materia di gender equality, nonché di contribuire all’empowerment femminile.
Se torniamo ai dati, in Italia, il 37% delle donne non possiede un conto corrente proprio e secondo uno studio condotto dalla Harvard Business Review, tra le persone in possesso di laurea, a contrattare il salario in ingresso nella prima posizione lavorativa è il 57% degli uomini. Ma solo l’8% delle donne.
Il progetto OK, lo stipendio è giusto! è nato da una domanda comune: quante sono le donne occupate nel settore STEM? Quali sono le loro retribuzioni rispetto al mercato? Cosa possiamo fare noi per aiutare a ridurre il gap?
Dati alla mano, quelli raccolti attraverso stipendiogiusto.it e comunicati a novembre, mese dell’Equal pay, attraverso delle infografiche pubblicate sui canali social di SheTech e IDEM, è innegabile che il divario retributivo sia uno dei temi cardine del fenomeno del gender gap, e che al di là degli strumenti che le organizzazioni possono implementare per ridurre il fenomeno, la negoziazione del salario è uno degli strumenti principali che le donne hanno a disposizione per ridefinire le loro carriere e le loro retribuzioni. Per questo SheTech e IDEM, quest’anno in collaborazione con PHYD, hanno deciso di organizzare un workshop pratico e interattivo, per fornire preziosi spunti alle donne, per affermarsi sui luoghi di lavoro, per imparare a negoziare la propria retribuzione.
Insieme alla docente Giulia Grignani, consulente finanziaria ed educatrice finanziaria, abbiamo parlato dell’importanza della promozione del proprio personal branding e la definizione dei propri obiettivi di carriera, oltre alla preparazione del colloquio in cui avanzare una proposta di aumento o promozione e le relative tecniche di negoziazione più idonee.
Quali sono i motivi per cui non otteniamo una promozione o per cui non proviamo a chiederla? Ci sono motivi soggettivi come la paura di deludere e dei motivi oggettivi come il non sapere come farlo e quando. Per questo è necessario costruire un piano d’azione e serve tempo per realizzarlo.
Il piano si basa su alcuni punti fondamentali:
Personal branding : bisogna coltivare la consapevolezza e la corretta percezione del valore personale attraverso un’analisi delle proprie competenze e abilità. Si può fare attraverso una scala di valori, chiedendo feedback ai colleghi e quindi costruendosi e confrontandosi con il proprio network.
: bisogna coltivare la consapevolezza e la corretta percezione del valore personale attraverso un’analisi delle proprie competenze e abilità. Si può fare attraverso una scala di valori, chiedendo feedback ai colleghi e quindi costruendosi e confrontandosi con il proprio network. Obiettivi di carriera: è importante fissare degli obiettivi di carriera SMART (specifici, misurabili, tangibili, rilevanti e temporalmente definiti) e soprattutto dei KPI per misurare e monitorare questi obiettivi.
è importante fissare degli obiettivi di carriera SMART (specifici, misurabili, tangibili, rilevanti e temporalmente definiti) e soprattutto dei KPI per misurare e monitorare questi obiettivi. Colloquio : la fase del colloquio deve essere preparata e strutturata, è consigliato scrivere e definire la proposta tenendo sempre a mente che deve essere ragionevole. Il colloquio deve poi essere pianificato personalmente scegliendo il momento e il setting adeguato. Il discorso dovrà poi mettere in risalto il nostro valore, i traguardi raggiunti e le soft skills che abbiamo sviluppato durante il nostro lavoro.
: la fase del colloquio deve essere preparata e strutturata, è consigliato scrivere e definire la proposta tenendo sempre a mente che deve essere ragionevole. Il colloquio deve poi essere pianificato personalmente scegliendo il momento e il setting adeguato. Il discorso dovrà poi mettere in risalto il nostro valore, i traguardi raggiunti e le soft skills che abbiamo sviluppato durante il nostro lavoro. Negoziazione: il consiglio è quello di avere una conversazione ampia e aperta, un tono di voce formale ed essere assertive. Non mettere la richiesta sul personale. Mettersi nei panni della persona con cui si parla con l’obiettivo di trovare insieme la giusta soluzione e identificare insieme un accordo che possa essere vincente e conveniente per noi e per l’azienda.
Come reagire a un feedback negativo?


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